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“Beati” gli “sfollati”

Novembre 16, 2022

La logica alla base dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è assurda e profondamente violenta. La premessa è che “l’operazione militare speciale” della Russia fosse necessaria per liberare gli ucraini. Secondo la disinformazione pro-Cremlino, l’Ucraina non è un vero stato sovrano e il suo popolo deve essere salvato dal regime neonazista genocida di Kiev. Pertanto, qualsiasi azione compiuta dalla Russia finalizzata a conseguire tale obiettivo, è legittima e giustificata.

Questa ristretta visione del mondo pro-Cremlino lascia poco spazio alla confutazione o alle sfumature. Le sue narrazioni hanno dato origine a una falsa dicotomia: la Russia è indipendente ed incarna il bene, l’Ucraina è falsa e rappresenta il male. Chiunque contesti tale ristretta visione del mondo viene subito bollato come nazista. Si tratta di una tattica pro-Cremlino in atto ormai da tempo che consiste nell’equiparare i suoi oppositori ai nazisti, al fine di giustificarne l’abbattimento. In alcuni casi, secondo la disinformazione pro-Cremlino, anche i civili uccisi dai missili russi probabilmente erano nazisti. Qualora gli ucraini osino opporsi alla Russia, i leader del Cremlino minacciano di farli sparire.

Costringere gli ucraini ad essere liberi

Milioni di ucraini sono stati deportati in Russia. Secondo l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, al 3 ottobre 2022 circa 2,8 milioni di persone dall’Ucraina sono state trasferite in Russia, mentre all’8 novembre circa 4,7 milioni risiedevano in Paesi dell’UE. Tuttavia, il report dell’UNHCR non specifica se i rifugiati siano stati ricollocati volontariamente.

Eppure, i media controllati dallo stato russo e gli organi di disinformazione pro-Cremlino affermano continuamente che si tratta di trasferimenti volontari. Sin dall’inizio dell’invasione russa, questi media descrivono gli ucraini come propensi ad andare in Russia. La Russia sostiene costantemente che queste persone non siano mai state deportate, ma che abbiano abbandonato la patria volontariamente per la propria sicurezza. I media di disinformazione pro-Cremlino diffondono inoltre racconti che una volta in Russia, queste persone ricollocate con la forza siano felici di trovarsi lì e che la loro vita sia migliorata.

In contrapposizione, i media controllati dallo stato russo affermano che i Paesi europei come la Germania siano stufi di accettare rifugiati ucraini. In Polonia, i media pro-Cremlino per mesi hanno cercato di instillare il risentimento anti-ucraino, asserendo che è meglio essere ucraini in Polonia piuttosto che polacchi e persino che i cani ucraini sono trattati meglio rispetto a quelli polacchi.

Inoltre, i media controllati dallo stato russo e i relativi diramatori usano la tattica simile della falsa sovrapposizione per diffondere disinformazione sulla presunta benevolenza delle truppe russe in Ucraina. Le forze armate russe sono descritte come fortemente misericordiose nei confronti dei soldati e prigionieri di guerra ucraini (PdG) catturati, che sarebbero trattati con grande benevolenza umanitaria.

Le affermazioni sulla gentilezza disinteressata del Cremlino verso gli ucraini non finiscono qui. Gli organi pro-Cremlino riferiscono orgogliosamente che numerosi bambini ucraini, alcuni dei quali orfani, hanno trovato la felicità in Russia, grazie all’adozione da parte di famiglie affidatarie russe.

Al peggio non c’è mai fine

Il problema naturalmente è che queste narrazioni disinformative, se non totalmente inventate, sono quanto meno fortemente discutibili.

In merito alle deportazioni forzate, l’1 settembre la Human Rights Watch (HRW) ha riferito che “i funzionari russi e affiliati alla Russia hanno trasferito con la forza i civili ucraini… in aree dell’Ucraina occupate dalla Russia o nella Federazione Russa, una grave violazione del diritto dei conflitti armati che costituisce un crimine di guerra e un potenziale crimine contro l’umanità”.

Il report della HRW ha identificato un processo di screening, denominato “filtraggio”, nell’ambito del quale gli ucraini sono stati internati con pochi, se non proprio zero, diritti. Secondo il report, le autorità russe hanno sottoposto sistematicamente gli ucraini a “una forma di screening di sicurezza obbligatorio, che prevede raccolta dei dati biometrici, incluse le impronte digitali, foto facciali anteriori e laterali, perquisizione, ispezione degli effetti personali e dei telefoni e interrogatori sulle loro opinioni politiche”.

Gli interrogatori, spesso ripetuti diverse volte, rappresentano una parte importante del “filtraggio”. In alcuni casi, confermati anche dalla Commissione d’inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite sull’Ucraina, i deportati trasferiti nella Federazione Russa sono stati trattenuti nei centri di detenzione per settimane e sottoposti a torture.

In merito ai PdG, un report del 27 settembre rilasciato dall’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) ha documentato “modelli di maltrattamento dei prigionieri di guerra” detenuti dalla Russia. Il report afferma che “le vittime hanno riferito di essere state prese a pugni, calci, percosse con manganelli della polizia e martelli di legno, torturate con elettricità, minacciate di morte o violenza sessuale e sparate alle gambe”.

Il contenuto del report è corroborato da prove testimoniali. 27 dei 35 detenuti intervistati ha riferito di aver subito un trattamento riconducibile a tortura. I media pro-Cremlino hanno taciuto al popolo russo tali riscontri.

Infine, la disinformazione pro-Cremlino fa leva anche sull’idea che la Russia accoglie gli orfani, mentre coloro che restano in Ucraina andranno incontro a un tragico destino. Un recente “documentario” di RT Documentary disponibile in inglese, spagnolo, francese e russo, dichiara che le organizzazioni non governative in Ucraina depredano, rapiscono, uccidono gli orfani e gli prelevano gli organi per venderli. Tali accuse, del tutto infondate, rappresentano vecchi trucchetti del Cremlino che sconfinano in ossessioni cospiratorie.

La logica della Russia in merito alla sua invasione resta cupamente e ostinatamente coerente alla sua premessa: la Russia è il bene, l’Ucraina è il male. Eppure è ormai piuttosto evidente al mondo che le vittime sono esattamente quelle che la Russia afferma di aiutare.