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Derisione fa quasi rima con Eurovision(e)

Maggio 19, 2021

I nazionalisti russi si scagliano come provetti Don Chisciotte contro il concorso canoro Eurovision

Da un lato, il concorso canoro Eurovision rappresenta uno dei maggiori eventi culturali al mondo, capace di attirare circa 1 miliardo di spettatori, ma dall’altro, l’aggettivo «importante» gli viene attribuito con estrema parsimonia. La sua attrattiva risiede nel fatto che si tratta di puro e innocuo intrattenimento, eppure, lo si può considerare un bel programma? Ebbene, per citare i romani: de gustibus non est disputandum, ovvero, è una questione di gusti. Si conferma comunque un programma divertente.

Tuttavia, il sito web di Tsargrad non sembra condividerne l’ilarità. Nel corso di un’eloquente e appassionata filippica, il sito web di proprietà di un oligarca si impegna a dimostrare lo scopo reale e inquietante che si annida dietro l’Eurovision.

In fin dei conti non è altro che un fenomeno da baraccone, una propaganda dell’amore omosessuale e della parità di genere, dell’odio verso la Russia e verso un passato oscuro contraddistinto da suicidi di massa.

Tsargrad, appartenente e diretto dall’oligarca nazionalista Konstantin Malofeev, sta attaccando il concorso canoro Eurovision da diverse settimane, da quando il primo canale russo ha scelto, tramite voto popolare, la cantante tagica Manizha come rappresentante del paese con una canzone intitolata «Donna russa». Tsargrad ha paragonato la canzone di Manizha in gara a Eurovision a un deliberato atto di terrorismo.

All’attacco dei mulini a vento

Tsargrad si getta a capofitto contro i mulini a vento, in questo caso rappresentati dall’Eurovision, vestendo i panni di Don Chisciotte. Secondo questo organo di informazione, il concorso funge da strumento di propaganda LGBT, del femminismo e, persino (rullo di tamburi), della tolleranza. Quest’ultimo concetto assume un valore negativo nel vocabolario dei nazionalisti russi:

Alla guida dell’Eurovision si trova infatti un gruppo di propagandisti, al servizio degli interessi di determinati paesi, che sfoggia la propria agenda e il proprio punto di vista sui rapporti umani e sull’ordine mondiale. Si tratta a tutti gli effetti di una strategia di portata mondiale per il consolidamento ideologico di un ordine coloniale.

Tsargrad dipinge una camera degli orrori che ha come artefici burattinai con intenzioni poco pacifiche, tra cui figurano: Henry Kissinger in agguato nell’ombra, Goldman Sachs e MasterCard e, udite udite (accompagnate dall’incedere di una musica minacciosa), le femministe.

La tollerante femminista francese a capo dell’Unione europea di radiodiffusione sostiene la comunità «arcobaleno» e mostra un atteggiamento ostile nei confronti degli uomini bianchi sopra i 50 anni.

I burattinai

Tsargrad continua a stilare l’elenco dei burattinai, avvalendosi della tattica della «colpevolezza per associazione» per attestare che l’Eurovision sia sotto il controllo degli Stati Uniti:

[Il rappresentante tedesco del comitato consultivo] fonde il suo operato con l’affiliazione all’organizzazione Reporter senza frontiere, che ufficialmente simboleggia la difesa della libertà di informazione. In realtà, l’organizzazione Reporter senza frontiere ha ricevuto critiche per aver utilizzato in modo improprio un’agenda politica e aver dato origine a notizie false per screditare paesi sulla lista nera degli Stati Uniti, tra cui è presente la Russia.

Le organizzazioni sono destinatarie di sovvenzioni da parte dell’organizzazione americana National Endowment for Democracy, e Reporter senza frontiere non lo nasconde sul proprio sito web ufficiale. Tale sovvenzione, inutile dirlo, è ovviamente gestita dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.

Storicamente, la Russia è riuscita a conquistare una serie di risultati relativamente positivi in occasione delle edizioni dell’Eurovision: è stata infatti vincitrice nel 2008, mentre è giunta seconda classificata nel 2000, 2006, 2012 e nel 2015. È arrivata terza cinque volte, tra le quali nel 2003 con le t.A.T.u, il famoso duo gay. Le previsioni di quest’anno non sembrano favorire la canzone proposta dalla Russia. Il pezzo di Manizha si piazza all’undicesimo posto nella classifica combinata delle società di scommesse.

L’attacco di Tsargrad porta alla conclusione che l’Eurovision non costituisce solo un’arma avente come bersaglio la Russia, ma è anche un concorso ingiustamente parziale nei confronti dei cantanti russi. Si scorge un ragionamento che ricorda una vecchia barzelletta: «il cibo in questo ristorante è pessimo e le porzioni troppo piccole».

L’edizione 2021 del concorso canoro Eurovision si terrà a Rotterdam dal 18 al 22 maggio. Seguite la finale qui e buon divertimento!